No more tessera fedeltà
Il portafoglio talmente pieno che non riesco nemmeno a chiuderlo.
Eccomi protagonista di un altro episodio in cui tento di eliminare il superfluo dalla mia vita, quello di cui non ho bisogno, che non mi dà più gioia come direbbe Marie Kondo.
Apro la vistosa zip che tiene uniti i due lembi di pelle nera borchiata e mi ritrovo sommersa da decine di carte fedeltà di negozi di cui non ricordo nemmeno l’esistenza, biglietti da visita di professionisti sconosciuti e carte di credito scadute che forse speravo nascondessero ancora qualche tesoro dimenticato.
Riduco in mille pezzettini i biglietti da visita dopo aver salvato in rubrica i contatti utili, salvo su un’apposita app i codici delle carte fedeltà per poterli visionare quando sarò in cassa e le taglio avendo cura di eliminare le tracce dei dati sensibili.
Scopro con amarezza che quest’ultime devono essere gettate nel secco residuo e non nella plastica come pensavo e che addirittura le carte di credito, in presenza di microchip, sono da considerarsi RAEE.
Cerco di controllare il tic nervoso che mi prende l’occhio alla sola idea di dover gettare il tutto nell’indifferenziata.
Mi compiaccio del repentino dimagrimento del mio borsellino e, come se fossi sotto giuramento solenne, mi riprometto di rifiutare qualsiasi altra tessera in futuro.